In ricordo del filosofo Paolo De Benedetti, teorico del "dialogo interspecie"

Il 25 novembre dell'anno scorso si teneva a Milano la prima edizione di Metakoinè.
Grazie a ospiti d'eccezione come il Premio Nobel per la Pace Abdelaziz Essid, l'ambasciatore Luigi Scotto, l'autore televisivo Carlo Freccero, l'avvocato patrimonialista Cristina Rossello, e grazie a due contributi dedicati da parte del Ministro di Grazia e Giustizia Andrea Orlando e del Sottosegretario di Stato Cosimo Maria Ferri, l'evento ha ottenuto grande partecipazione e consenso.
Tra gli interventi che voglio ricordare ce n'è uno in particolare, scritto per l'occasione, nonostante le sue già precarie condizioni di salute,  da una delle figure più brillanti e originali del panorama filosofico italiano, il teologo e biblista Paolo De Benedetti. Il suo coinvolgimento nel progetto Metakoinè è motivato dal fatto che nei suoi saggi e nel suo pensiero è sempre presente e viva la consapevolezza che la vita è prima di tutto dialogo e interrelazione tra sé e l'altro da sé, tra individuo e cultura, tra uomo e dio. Paolo De Benedetti è un pensatore profondissimo, che parte dall'esegesi biblica per porsi e porre interrogativi spirituali ed esistenziali che talvolta conducono a risposte e posizioni non convenzionali e al di fuori di ogni pregiudizio.

 

A pochi giorni dal convegno, l'11 dicembre Paolo De Benedetti, grande protagonista del dialogo ebraico.cristiano, si spegneva nella sua casa di Asti.
A distanza di quasi un anno dalla sua scomparsa, vogliamo ricordare con affetto e stima nel primo editoriale di Metakoinè la sua figura di pensatore lucidissimo e anticonformista, che è stato veramente mediatore e ponte tra culture e religioni.
Uno dei suoi libri più famosi "Teologia degli animali" testimonia come Paolo De Benedetti abbia saputo affrontare, tra gli altri, un tema, quello del rapporto tra uomo e animali, che è per noi illuminante esempio di quella che possiamo considerare, anche se solo apparentemente, la più estrema delle mediazioni possibili: ovvero il dialogo interspecie.

 

Pubblichiamo di seguito il suo contributo, che è stato pubblicato negli atti del convegno 2016.

 

Mediazione, ossia facilitare la comunicazione tra due soggetti.
La mediazione rappresenta un rapporto tra due realtà che non sempre sono l’anticipo di un percorso di unità, ma un arduo spazio, dove ricercare e trovare, sperare, attendere e credere, capire e farsi capire, per concludere un progetto condiviso. La mediazione comporta una autorità reciproca, è sempre una relazione, una modalità di rapporto tra due o più interlocutori e in qualche modo stabilisce tra loro una sorta di eguaglianza. Ciò illumina l’identità di ogni dialogo.
Talora un problema, un tema, un progetto, impegnano le parti in un dialogo diretto  che cerca condivisione; talora invece un mediatore facilita la comunicazione e l’intesa tra le parti.
Anche l’insegnamento è mediazione, soprattutto se è ascolto reciproco: ciò dovrebbe fondare la prassi scolastica e il rapporto tra studenti e docenti e viceversa.
Su questo rapporto si incontrano la sapienza dell’oggi, la memoria di ieri e l’attesa del domani. Mediatore sarà anche il libro, perché è la voce-presenza dell’autore.

 

Per chi crede
Se il rapporto è sempre tra due identità che per dialogare devono andarsi incontro, questo vale anche nel rapporto tra l’umano e il divino. Non solo tra due anime, o coscienze,  o identità, ma -ripeto- anche tra il divino e l’umano. E il dialogo che lo realizza è affidato sempre al futuro.
La mediazione può essere un pensiero, un rapporto reciproco e una salita a Dio, ma il modello è quello della relazione “io tu” . In realtà tutta la storia religiosa è la storia di questo rapporto, che ha inizio con il risultato divino della creazione. La storia sacra, infatti, dall’ebraismo al cristianesimo, può essere letta come la storia del rapporto tra Dio e l’uomo, dove è Dio a scegliere i suoi mediatori e li sceglie tra gli uomini. La mediazione, anche se dall’uomo è spesso vissuta in una forma inconscia o superficiale, è invece fondamentalmente radicata nella identità di Dio, con la quale Dio “medica” le irregolarità che connotano lo sviluppo – non voluto così da Dio – dell’identità umana. Il libro per eccellenza, la Bibbia, è la narrazione della mediazione tra Dio e l’uomo: si pensi ai profeti e anche al silenzio di Dio che però ha affidato la sua parola, per tutta l’umanità, a grandi mediatori ebrei: Mosè, Abramo, i Patriarchi, i profeti appunto. E poi gli Angeli, Ester e… l’Asina di Balaam.
Si pensi – se si è credenti – alla missione di mediatore affidata da Dio a Gesù. E dopo i mediatori biblici quali sono, oggi, i mediatori di Dio?
Francesco d’ Assisi tuttora ci avvicina a Lui, facendocelo leggere e comprendere in una prospettiva di fiducia e di affetto che troppi, nei secoli, ci avevano negato. Rabbi Nachman di Brezlav, Bonhoeffer, Wiesel, Etty Hillesum, mentre circoscrivono la presenza di Dio nella concretezza dell’esistenza umana, la salvano dalla espulsione – oggi in atto- dal rapporto con l’uomo.  Dio deve essere difeso, l’uomo ha bisogno di Dio e Dio ha bisogno dell’uomo ed entrambi hanno la consapevolezza del proprio esistere nella reciprocità io-tu.
Mediare, infatti, è costruire un rapporto, non “addomesticare” una relazione. Rapporto che si manifesta nella realtà e  nel modello io-tu a qualsiasi livello di identità. Modello-realtà di ogni relazione umana.

 

Paolo De Benedetti
Teologo e biblista

 

Protagonista del dialogo ebraico-cristiano, Paolo De Benedetti è stato docente di Giudaismo presso la Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale di Milano, e di Antico Testamento negli Istituti di Scienze Religiose di Urbino e Trento. Tra i libri pubblicati: La morte di Mosè e altri esempi (Bompiani 1978, Morcelliana 2005); Ciò che tarda avverrà (Qiqajon 1992); Quale Dio? Una domanda dalla storia (Morcelliana 1996); E il loro grido salì a Dio. Commento all'Esodo (Morcelliana 2002); Nonsense e altro (Scheiwiller, 2002); Teologia degli animali (Morcelliana 2007); Il filo d'erba (Morcelliana 2009). Ha realizzato diversi cicli monografici per la trasmissione di Radio Tre Uomini e Profeti, curata da Gabriella Caramore. Per molti anni direttore editoriale in alcune delle maggiori case editrici italiane, è tra i curatori del Dizionario Bompiani delle Opere e degli Autori. Di lui hanno parlato Carlo Maria Martini, Amos Luzzatto, Agnese Cini, Umberto Eco, Salvatore Natoli, Laura Novati e altri in Il settantunesimo senso. Omaggio a Paolo de Benedetti (Humanitas, gennaio-febbraio 2006). Piergiorgio Cattani ha dedicato al suo pensiero Dio sulle labbra dell'uomo. Paolo De Benedetti e la domanda incessante (Il Margine, Trento, 2006). Nel giugno del 2011 ha ricevuto nell'ambito del Festival Internazionale della Cultura ebraica di Casale Monferrato il Premio OyOyOy!, prima di lui assegnato a Emanuele Luzzati, David Grossman, Abraham Yehoshua e Amos Oz.